Cosa sono i rifiuti speciali? Qual è la loro particolarità? La premessa è che i rifiuti speciali, a differenza di quelli urbani (ne sono un classico esempio i bidoni di casa che vengono raccolti per le strade o nelle aree pubbliche e quelli vegetali provenienti dalle aree verdi), necessitano interventi di smaltimento particolari e appositi, e il più delle volte non derivano direttamente dai privati cittadini ma sono di origine per lo più industriale.
In generale i rifiuti speciali sono così suddivisi in:
A differenza dei rifiuti urbani, che vengono raccolti e gestiti dalla pubblica amministrazione sulla base di una tassa apposita (la tassa sui rifiuti, TARI), lo smaltimento dei rifiuti speciali viene effettuato da un sistema di aziende private. La gestione dei rifiuti speciali avviene attraverso il recupero di materia, ovvero il riciclo. Altre modalità di gestione riguardano lo smaltimento in discarica, l’incenerimento, l’avvio al recupero di energia.
Tra i rifiuti speciali ne esistono anche di pericolosi che necessitano di una gestione ad hoc. Il Ministero dell’Ambiente definisce i rifiuti speciali pericolosi quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti. Quelli che vengono chiamati rifiuti tossici o nocivi hanno bisogno di essere trattati per diventare il meno pericolosi possibile. La maggioranza dei rifiuti speciali pericolosi prodotta in Italia (quasi il 40%) deriva da attività industriali manifatturiere e attività di trattamento rifiuti e risanamento. Ma può trattarsi anche di scarti derivanti da: