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Cosa sono i rifiuti sanitari?

Il tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti sanitari in Italia è stato regolamentato dal DPR 254/03 allo scopo di tutelare l’ambiente, la salute pubblica ed effettuare dei controlli efficaci. Per raggiungere questo obiettivo la normativa ha previsto, tra le altre cose, anche dei corsi di formazione per tutto il personale addetto alla gestione dei rifiuti provenienti da strutture sanitarie pubbliche e private. Tra queste ospedali, case di cura, laboratori, banche del sangue, unità riabilitative, ambulatori veterinari, studi medici etc.

Ogni giorno in Italia si producono circa 387 tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi.

Rifiuti sanitari pericolosi

I rifiuti sanitari speciali pericolosi possono essere anche a rischio infettivo, come i rifiuti contaminati da liquidi biologici o che provengono da ambienti e pazienti in isolamento infettivo. Tra i rifiuti sanitari speciali pericolosi compaiono anche aghi, lame e siringhe. I materiali di questo tipo devono essere soggetti a un trattamento che ne riduca la pericolosità prima di essere trasportati in discarica o inceneritore.

Rifiuti sanitari non pericolosi

I rifiuti sanitari non pericolosi sono assimilabili a quelli urbani, ma provenienti da strutture sanitarie (pasti provenienti dai reparti non infettivi, dalle cucine, materiale riciclabile non infetto come carta, plastica e vetro, dalla pulizia dei locali, dei giardini e dei parchi della struttura sanitaria). Questi rifiuti vengono in alcuni casi assimilati a quelli urbani (e quindi gestiti dalla pubblica amministrazione nei casi in cui svolge questo servizio) oppure conferiti in discarica o inceneritore dalle aziende preposte allo smaltimento.