Secondo il rapporto UNEP (United Nations Environment Programme), il totale della plastica prodotta dagli anni Cinquanta ad oggi è stimato intorno ai 10 miliardi di tonnellate. Di questa impressionante quantità, oltre il 70% è classificato come rifiuto.
Ridurre la plastica prima che sia troppo tardi
Sfortunatamente, prendere atto dell’entità del problema non ha dato lo slancio necessario a ridurre la produzione. Si stima che una media di 10 tonnellate di plastica siano ogni anno rilasciate nell’ambiente, e secondo le previsioni il numero potrebbe ancora crescere parecchio nei prossimi 25 anni.
3 step per ridurre la plastica dell’80%
UNEP dunque traccia la strada da seguire per invertire questa rotta, evidenziando tre principali azioni da implementare sia su larga scala sia negli ambiti più quotidiani: riutilizzare, riciclare e sostituire.
- Per prima cosa, le pratiche di riutilizzo della plastica dei contenitori e degli imballaggi potrebbero ridurre l’inquinamento del 30%.
- Un altro 20% in meno si può ottenere se il riciclo dei materiali plastici diventerà più costante, attento e redditizio.
- Infine l’introduzione di materiali alternativi alla plastica in tutti quei casi dove sia possibile e conveniente, porterebbe un altro 17% di rifiuti in meno.
Così facendo si potrebbe arrivare a una riduzione complessiva dell’inquinamento da plastica anche dell’80%, entro il 2040.
Chi è coinvolto nel processo di riduzione della plastica?
L’analisi della situazione non riguarda però solo le quantità, ma anche lo studio dei processi di produzione, recupero e smaltimento, anche da un punto di vista economico e commerciale, tenendo conto della necessità di creare dei circuiti virtuosi in grado di produrre un indotto di benefit.
In questo processo saranno quindi da coinvolgere non solo le aziende produttrici, ma anche il compartimento logistico, la distribuzione all’ingrosso e al dettaglio, la filiera del recupero e del riciclo e naturalmente le istituzioni e i consumatori finali.